HomeMagazineClaudio Guerrini critico televisivo del settimanale “In Famiglia”

Claudio Guerrini critico televisivo del settimanale “In Famiglia”

Nuova avventura lavorativa per lo speaker Claudio Guerrini.

Oltre ad ascoltarlo dal lunedì al sabato in onda su RDS con la collega Rosaria Renna, adesso è possibile anche leggere la sua rubrica dedicato al mondo della televisione, dal titolo “Interferenze”, ogni settimana sul neonato settimanale “In Famiglia”.

Noi di Radiospeaker abbiamo intervistato la voce storica di RDS per farci raccontare di come è arrivato a scrivere di televisione, della passione per il piccolo schermo e del continuo scontro tra radio e televisione.

Come è nata la collaborazione con il settimanale “In Famiglia”?
E’ nata a sorpresa, almeno per me. Mi è sempre piaciuto tantissimo scrivere, ma l’avevo fatto solo sporadicamente in modo professionale. Mi ha chiamato Laura Bozzi, già direttore di Vero e Vero Tv, e nel tempo di un pranzo mi ha proposto di scrivere per un nuovo settimanale dedicato a tutte le famiglie italiane. Oltre alla musica e alla radio, ho sempre seguito la tv (un po’ la faccio anche), e provare a raccontarla con i miei occhi ai lettori mi è subito parsa un’idea affascinante. Nella vita critico tutto e tutti, vediamo che succederà, sono curioso anch’io.

Quale sarà l’obiettivo della tua rubrica “Interferenze”?
Il primo obiettivo è quello di essere obiettivo! Non mi farò condizionare da simpatie e amicizie, e neppure da inutili preconcetti. Cercherò non solo di criticare, ma anche di dare qualche nuovo spunto di riflessione su format e personaggi televisivi. E se riuscirò, anche di regalare qualche anticipazione o retroscena interessante. Troppo ambizioso? Sì, ma provarci è d’obbligo.

A proposito di “Interferenze”cosa pensi dei personaggi televisivi che si improvvisano speaker radiofonici e viceversa?
Assisto personalmente da anni a uno strano fenomeno. Siamo inseriti ineluttabilmente in un mondo frenetico, veloce, competitivo, e vogliamo tutti provare tutto, abbiamo paura di perdere treni, occasioni, tempo. E allora chi fa tanta tv ambisce a condurre in radio, chi lavora da anni in radio tenta la carriera televisiva. E io non mi sottraggo a questo trend, sia chiaro. Posso dirti solo una cosa, forse banale, ma verificata sul campo: è più facile fare tv per chi viene dalla radio che viceversa. L’essere sempre in diretta, la capacità di improvvisare, di coprire i buchi, il ritmo, il dialogo col pubblico, la dizione, sono tutti ingredienti fondamentali per poter poi presentarsi con competenza e preparazione davanti alle telecamere. Ma la radio non deve diventare la gavetta di chi vuole poi andare in tv. La radio ha una sua specificità, una sua dignità, va rispettata e maneggiata con cura.

Chiudiamo con una domanda da un milione di dollari: secondo te la televisione riuscirà mai a mandare in pensione la radio?
Proprio per quello che ti ho detto, no. Se ne parla da decenni, in realtà è più la tv che deve guardarsi dalle nuove tecnologie, che infatti sta integrando e con le quali sta venendo a patti per reggerne l’urto. Io stesso vedo la maggior parte dei programmi televisivi sul web, scegliendo orari a me più congeniali… infine c’è un altro aspetto. La radio entra nelle auto, in ufficio, in bagno, in camera da letto. Provate a fare l’amore ascoltando la radio, può essere piacevole se scegliete la stazione e la musica giusta. Provate poi a fare l’amore guardando una fiction o una partita di calcio in tv, poi fatemi sapere… 

In bocca al lupo a Claudio Guerrini per questo nuovo traguardo!

Intervista a cura di Maria Giovanna Tarullo

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