HomeMagazineConduzione radiofonica: mai restare “senza parole”

Conduzione radiofonica: mai restare “senza parole”

In questi casi, riaffiorano quei momenti in cui dinanzi ad un’interrogazione a scuola, alcuni saranno rimasti appunto “senza parole”, impreparati insomma, agli occhi della Professoressa di turno indecisa sul voto da mettere  magari al termine dell’anno scolastico.

Una situazione che potrebbe verificarsi anche in radio, nel bel mezzo di una diretta, all’ascolto di tante persone, particolarmente attente nel seguire il loro programma preferito. E lo speaker non deve deludere le aspettative, anzi deve essere sempre pronto, in qualsiasi momento.

Potrebbero capitare infatti situazioni in cui la distrazione possa prendere il sopravvento, ed è proprio in questi casi che non bisogna lasciarsi, in qualche modo, intimorire dal rischio di mostrare una certa insicurezza dovuta ad un’assenza di contenuti da trasmettere.

Fondamentale, come abbiamo spesso detto, è strutturare in maniera rigorosa ogni aspetto del programma da condurre, calibrando bene i tempi affinché si evitino possibili sforamenti, ma nello stesso tempo è utile considerare tutto, anche quegli imprevisti che spesso sono dietro l’angolo.

Avere sempre quindi qualcosa da dire, caratteristica apparentemente banale o scontata, ma assolutamente utile non essere vittima di silenzi o di quelle tipiche esclamazioni, sinonimo di incertezza o mancanza di preparazione, anche tecnica.

Piccoli e furbi “escamotage” che solitamente vengono utilizzati riguardano i  contatti, che vengono spesso rammentati, quasi a voler “tappare” dei buchi tra un disco e l’altro, prima poi di affrontare magari una nuova argomentazione. Sarebbe però interessante condire questi disannunci da informazioni sull’artista trasmesso, magari mettendo in risalto anche gli appuntamenti in cui sarà possibile ascoltarlo dal vivo.

Insomma, bisogna anche affidarsi alla spontaneità che in questi casi risulta determinate, particolarmente necessaria per stimolare l’attenzione degli ascoltatori, tanto da non spingerli a cambiare frequenza ma rendendoli sempre più partecipi di ciò che viene proposto, grazie anche ad una costante interazione.

Attenzione quindi a non restare “senza parole”…sarebbe un controsenso per un conduttore che di mestiere fa il “comunicatore” !

 

 

Articolo a cura di Maurizio Schettino

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