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Dino Brown di M2o se la "Mena Meno" su Radiospeaker.it

Oggi Radiospeaker.it incontra Dino Brown, conduttore radiofonico di Mena Meno, programma in onda tutte le mattine dalle 09:00 alle 12:00 su M2o, musica allo stato puro!

Com’ è cominciata la tua avventura in radio?
La mia avventura è cominciata nel lontano 2001, lontano si fa per dire, ho iniziato per scherzo. A dir la verità anche prima, è cominciata nei villaggi turistici, poi ho cominciato ad entrare nel mondo della radiofonia facendo il caratterista, facevo la voce della bambina (si esibisce nella fantastica voce della bambina, guardare il video per ascoltarla…). Insomma nel 2001 ho cominciato con TRS, radio della provincia di Cuneo, poi sono passato a Rimini a Radio Icaro, radio regionale, la Superstation Veronica Hit Radio a Pesaro e adesso M2o, musica allo stato puro.

Mena Meno è un po’ il motto della tua vita, non menartela e sii te stesso? 
Si Mena Meno, vuole dire anche un po’ “take it easy” come dicevano gli Eagles, tanto per fare una citazione. Sta ancheun po’ per “ma chi se ne frega”, io ho puntato tutto sull’essere me stesso. In radio sono completamente me stesso, devo dare la sensazione a chi ascolta che a parlargli ci sia un amico.

GUARDA E ASCOLTA L’INTERVISTA DI DINO BROWN




Se dovessi dirigere tu M2o, cosa cambieresti e cosa lasceresti invariato?
Mando tutti via!! (ahah ride). No, se dovessi dirigere M20, ti dico la verità, visto che questa intervista la guarderà anche il mio direttore, non cambierei niente e va benissimo così!

Secondo te speaker radiofonici si nasce o si diventa?
Secondo me speaker radiofonici si nasce, ma lo si può diventare grazie ai corsi di Radiospeaker.it!..ahahha 😀

Mettiti nei panni di un ragazzo che sogna di diventare uno speaker di M2o, cosa faresti tu adesso per arrivarci?
E’ adesso il momento giusto per arrivarci, è adesso perché ad M2o stanno cambiando un sacco di cose, tre anni fa non esisteva quasi il parlato, adesso si sta dando lentamente molto più spazio alla radio parlata, alla radio di personalità. In realtà, non mi sento di dar consigli anche perché io ci sono arrivato come ci si arrivava una volta, inviando il classico demo, addirittura via cd (anche se adesso non si usa più) e poi ci vuole talento e un po’ di culo.

Tu sei un sostenitore di Radiospeaker.it, a volte anche un ghost writer, cosa ne pensi del sito?
E’ bellissimo, il sito è bellissimo perché permette ai direttori di trovare tutto quello di cui hanno bisogno, soprattutto le nuove leve. Non se ne può più delle stesse voci che si riciclano. Su Radiospeaker.it si da spazio a tutti e lo trovo una sorta di facebook della radiofonia italiana.

Come vedi l’introduzione di personaggi televisivi all’interno delle radio nazionali?
Guarda, per chi se lo merita bene. Purtroppo non credo che molti se lo meritino. Non sono molto d’accordo su questa tendenza, però per chi la sa fare la radio, ben venga.

Qual è il tuo programma radiofonico ideale, quello che non hai ancora realizzato e che vorresti realizzare?
Ti dico la verità, l’ideale sarebbe trovare un direttore che ti permette di esprimerti come vuoi tu, indipendentemente dal programma, da chi hai vicino, dalla musica e dal contesto: questo per fortuna che già lo sto facendo…

Intervista a cura di Giorgio d’Ecclesia

Admin Radiospeaker

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