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Francesco Facchinetti, conduttore di Radio Kiss Kiss si racconta su RS.it

Radiospeaker.it, ha incontrato Francesco Facchinetti conduttore de “I Corrieri della Sera” su Radio Kiss Kiss. Oltre ad essere speaker, cantante, conduttore tv, è una mente vulcanica, sempre attiva che trasmette tanto entusiasmo ai suoi ascoltatori. Lo abbiamo raggiunto nella sede romana dell’emittente durante la diretta del suo programma. Con lui abbiamo ripercorso le tappe della sua carriera, parlato di progetti futuri, senza tralasciare il significato che la Radio ha nella sua vita.  

Alle tue spalle hai il logo della radio e la prima domanda prende spunto da questo: perché Radio Kiss Kiss? Cosa ti ha affascinato di questo progetto?
Radio Kiss Kiss per tre motivi principalmente: perché è una radio in fermento, con quell’energia che caratterizza le avventure in cui vuoi raggiungere un obiettivo; perché è una radio che si sta ringiovanendo e perché ha un editore donna molto intelligente. Oltre a questo, perché ha un Direttore, Marco Minelli, molto simpatico e perché volevo fare un programma con Pippo Pelo, che è la storia della radio e mi ha fatto molto divertire con le sue trasmissioni precedenti. Tutti questi elementi mi hanno fatto decidere, dopo aver lasciato RTL e Hit Channel dove ho lavorato per 10 anni, di scegliere Radio Kiss Kiss tra i vari progetti che si erano presentati. Qui c’era il desiderio di dire “facciamo qualcosa di importante”

Qual è l’idea di radio di Francesco Facchinetti? Cosa rappresenta per te?
Sono cresciuto con Cecchetto, la radio è il punto di partenza di ogni mio pensiero. La radio che concepisco io è quella che faccio ora, ricca di contenuti, in cui ogni passaggio è importante, una radio fatta anche di improvvisazione, sempre collegata con le persone (e nel programma ci siamo inventati la crossmedialità), con un genere musicale sempre “up”, che dia energia. Per fortuna la radio dei miei sogni è esattamente quella che faccio con Pippo, che mi ha trasmesso l’importanza della quotidianità dell’essere in onda, per me ogni passaggio dovrebbe scoppiare il mondo, mentre la radio va gestita. In questo io ho più i tempi televisivi, lui quelli radiofonici e bisogna stare dietro a lui.

Cosa è cambiato dal punto di vista comunicativo e lavorativo da Dj Francesco e “La canzone del capitano” a Francesco Facchinetti e “I corrieri della sera” su Radio Kiss Kiss?
Bisogna citare anche un altro passaggio, quello in mezzo. Dj Francesco, radiofonicamente, con un programma che si chiamava “Dj Francesco” su Hit Channel era un po’ come quello che sto facendo adesso, ovviamente ai tempi avevo 23 anni, ora ne ho 30 ed è cambiato un po’ il modo di comunicare. In mezzo c’è stato RTL, anche se non è la filosofia di radio che ho io, con “Password” insieme a Nicoletta De Ponti. Sono contento perché con Nicoletta avevamo creato una piccola cosa, il 7 e mezzo, che hanno portato avanti anche dopo di me ed è stata un’idea vincente. Ora ne “I corrieri della sera” torniamo alle radio di contenuto dove cerchiamo di dire qualcosa e devo dire che le nostre rubriche più o meno, in 6 mesi di programma, sono passate.

Ascolta qui l’audio dell’intervista a Francesco Facchinetti di Radio Kiss Kiss:

Intervista Francesco Facchinetti di Radio Kiss Kiss by radiospeaker.it

Hai già accennato prima all’utilizzo dei social network nel tuo programma con la crossmedialità. Tu, in prima persona, sei molto attivo e presente sulle tue pagine personali dei social, credi siano un bene o un male per la radio?
Per la radio sono un bene, assolutamente. Di certo i social network non devono essere il punto di riferimento di un programma, non deve accadere quello che è successo con gli sms, non si può fare una radio con gli sms ricevuti, così come non si può fare coi social network. Si può mischiare tutto insieme, ma prima cerchiamo di mettere dei contenuti, poi si può anche trovare un argomento utilizzando il social network.

Sei un conduttore di una generazione legata al Web, che trova tanti contenuti su Internet. Per cui come vedi la radio del futuro? Quali potenzialità vedi nei prossimi anni magari riguardanti proprio il Web?
Non ditelo agli editori italiani che hanno speso milioni di Euro per comprare le frequenze, ma per me la radio del futuro è la Web radio, come in tutti gli altri paesi. Ognuno dalla propria macchina, con una Sim, va in Internet e ascolta la radio che vuole, con una fedeltà sicuramente maggiore rispetto alle frequenze che hanno i loro problemi. Purtroppo il nostro paese da questo punto di vista è un po’ particolare e tutto va a rilento. La radio del futuro sarà anche più tematica, dove ognuno si ascolta quello che vuole. Io la vedo così, ognuno a qualsiasi ora decide cosa ascoltare. In America, ad esempio, all’interno di alcune macchine c’è un foglio con una lista di radio, con di fianco scritto il genere e tu, utilizzando la radio che hai davanti collegata in Internet, ascolti quella che preferisci.

E il futuro personale di Francesco Facchinetti? Sappiamo che il tuo nome è anche legato ai dischi e alla tv, resterai in radio oppure tornerai anche a fare dischi e in televisione? Se si, in che modo?
Stiamo lavorando a tanti progetti. Dal punto di vista discografico sto lavorando a produzioni mie o che faccio io, ad esempio ora dovrebbe uscire un disco di Nesli, la persona con cui ho intrapreso questo percorso artistico. In televisione ci saranno programmi miei e di altri che seguo io, come ad esempio Frank Matano che ora è a “Le iene”. Per quanto riguarda la radio, cercherò di ampliare sempre di più il progetto “I corrieri della sera” rubando ascoltatori alle altre emittenti. Lavorerò, sono uno che non ama avere grossi progetti.

In conclusione, conosci il nostro sito Radiospeaker.it? Visto che abbiamo tanti aspiranti iscritti alle nostre pagine, quali sono secondo te le caratteristiche utili ad un giovane oggi per emergere?
Conosco molto bene il sito Radiospeaker.it, anche perché essendo un sito del settore uno che fa il mio mestiere deve andare a leggere cosa scrivono su di lui o sugli altri e informarsi su quello che succede nelle altre radio. I miei consigli per tutti quelli che amano la radio, perché la radio è un amore veramente viscerale, non è una moda, è un amore che viene da dentro: per il tipo di radio che ho ascoltato io, dal 1990 ad oggi , mettendo insieme tutto, posso dire che non bisogna per forza rimanere dentro le regole. Queste si sanno una volta apprese e sei forte di avere una base, se provi a uscire un attimo dallo speaker radiofonico che sta nei canoni, può accadere che fai la “figata”. Poi bisogna divertirsi, la radio deve essere un momento di divertimento, anche se devi dare delle notizie. La radio non deve essere mai pesante, diretta, deve dire le cose come stanno, un po’ cinica, non serve fare i bravi ragazzi. Cercate di essere voi stessi, di essere più diretti possibile e divertirvi. Ci sono stati tanti esempi di grandi speaker nella storia, riascoltateli o ascoltate quelli che vi piacciono ora e cercate di fare un mix di tutto quello che vi piace, prendete il meglio da quello che sentite, poi metteteci del vostro.

Articolo a cura di Nicola Zaltieri

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