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Poli Radio: la Radio del Politecnico di Milano

Conoscete POLI.RADIO? E’ la web radio dei ragazzi del Politecnico di Milano, che dal 2007, con programmi di ogni genere, parla al campus universitario (e non solo) attraverso il sito internet www.poliradio.it.

Una radio fresca, alternativa e “veramente bella”! Così Emanuele Campagnolo, speaker e direttore tecnico dell’emittente, definisce POLI.RADIO.

Ciao Emanuele, benvenuto su RadioSpeaker.it!
Ciao! Grazie dell’invito e di questa chiacchierata che adesso ci facciamo.

POLI.RADIO è ormai on air da diversi anni, come è nato questo progetto?
Sì, sono 8 anni tra un mesetto esatto. POLI.RADIO è nata da una mia idea: quando studiavo al Politecnico otto anni fa, facevo già radio da tanti anni e trasferitomi dalla Sicilia a Milano avevo perso l’opportunità di fare radio, ma visto che stavano nascendontante radio universitarie, mi sono informato e ho scritto su un forum di studenti del Politecnico, dicendo: “Ragazzi, io faccio la radio da un po’, stanno nascendo queste radio (Universitarie) e il Politecnico non ne ha una. Perché non la facciamo?”. Da qui è natontutto, ci siamo ritrovati in una ventina di ragazzi che avevano la passione per la musica,nper l’organizzazione di eventi e alcuni erano addirittura tecnici di service audio e luci. Abbiamo unito le forze, abbiamo chiesto al Politecnico se c’era la possibilità di iniziare questa nuova avventura e loro ci hanno supportato.

Considerando che quello delle radio online è un fenomeno abbastanza recente, voi
siate stati tra i primi?
Sì, siamo stati tra i primi. La prima in Italia è stata Facoltà di Frequenza, una radio FM universitaria. Poi, dato che le frequenze FM sono introvabili o comunque non è facile averle per fare dei progetti più piccoli e con poco budget, si sono tutte sviluppate sul web. Devo essere sincero, a Milano siamo stati tra i primi. C’erano altre web radio universitarie che hanno chiuso, anche se adesso stanno ripartendo con nuovi progetti. Posso dirti che di quel periodo, 2007/2008, siamo la radio universitaria che è rimastaancora aperta.

In tutti questi anni siete riusciti a creare un prodotto radiofonico di tutto rispetto, con programmi curati e ben studiati. Ti senti di definire POLI.RADIO una Web Radio che si differenzia, in senso positivo, dalle altre emittenti universitarie?

C’è stato un bell’approccio iniziale quando è nata POLI.RADIO. Ricordo sempre una frase che aveva detto Cecchetto all’inizio di Radio Deejay negli anni 80: “E’ una radio di amici che parla ai propri amici”. Quella era la forza di comunicazione e quando è nata POLI.RADIO abbiamo provato subito ad avere questo tipo di rapporto con gli ascoltatori, che erano studenti come noi: era una radio fatta da studenti che si rivolgeva agli studenti. La fortuna vuole poi che i ragazzi che facevano parte del progetto fossero dei bravissimi comunicatori, pur non essendolo prima perché magari non avevano mai provato a fare un’esperienza del genere. Gli ascoltatori sono quindi arrivati anche dal di fuori del campus universitario. Dire che siamo più avanti di altre radio universitarie oggi è difficile, perché si guarda all’interno del proprio orticello, ed è giusta come cosa per concentrarsi e creare un prodotto funzionale, però io mi sto guardando tanto fuori in questi ultimi anni, sto conoscendo tutte le altre realtà universitarie e devo dirti che lo spirito, la voglia di fare e le competenze sono alte, quindi è veramente un insieme di tanti piccoli orticelli che si conoscono poco tra di loro, ma che dovrebbero conoscersi di più, perché c’è tanta forza messa insieme.

Quando è nata l’idea di creare la radio del Politecnico di Milano, è stato difficile trovare dei ragazzi disposti a imparare e ad intraprendere un percorso del genere?
No, non è stato difficile. Come ti dicevo l’abbiamo subito preso come se fosse un gioco, ci siamo resi conto dopo che era una grossa responsabilità, ma eravamo già tutti dentro la “barca” e quindi siamo cresciuti insieme e ci si è dati tutti una mano. La gente inizialmente arrivava anche solo per curiosità, finché poi non otteneva anche uno spazio personale all’interno della programmazione, imparava a fare il tecnico o si dedicava anche solo alla redazione e al web. E’ rimasto tutto così ed è bello per questo.

Siamo nel 2015, quest’anno vi siete aggiudicati il premio Cuffie D’Oro come miglior radio universitaria, ma era aspettato questo premio?
No, non era aspettato. Tornati dalle vacanze in estate ho ricevuto un tweet in cui ero taggato e in cui era taggata anche POLI.RADIO. Questo tweet ci informava di aver ricevuto una nomination per i Macchianera Italian Awards, tra le migliori web radio e podcast. Quella è stata la prima sorpresa, poi il premio non è arrivato, ma nel frattempo è arrivata la comunicazione che quest’anno alle Cuffie D’Oro si aggiungeva la categoria Web Radio Universitarie e che ci si poteva candidare. Abbiamo deciso di candidarci per vedere che cosa sarebbe successo. Quando abbiamo visto la lista dei vincitori mi sono seduto sul divano perché ero a casa malato e mi sono sentito peggio di quanto già lo fossi. Lo abbiamo scoperto così, non ce lo aspettavamo.

Descrivi POLI.RADIO ai lettori di RadioSpeaker.it con 3 aggettivi!
Difficile questa, ci devo pensare. Fresca, alternativa, perché ha delle cose che si differenziano da altri prodotti e… Vado sul banale, “veramentebella”, che lo puoi scrivere tutto unito come un’unica parola!

Che consiglio ti senti di dare, visto che stiamo parlando di una realtà giovane, ai ragazzi che sono in cerca di piccole realtà che possano aiutar loro a far parte di questo settore?
Ho parlato di recente con vari addetti al settore e loro stessi hanno detto, con mia sorpresa, che bisogna guardare nelle radio universitarie e nelle web radio, perché sono quelle le radio locali di una volta, dove si può fare palestra e dove si può ricevere la giusta formazione. Il consiglio è di provare, bussare e di iniziare un’avventura in una Web Radio, perché la possibilità viene data. Noi apriamo le porte a tutti gli studenti, ma anche ad alcuni collaboratori esterni, se si dimostrano capaci di portare avanti il progetto che POLI.RADIO vuole e se fanno vedere la loro voglia di fare. Bisogna tentare e partire veramente dal basso, perché questi sono i gradini bassi, ma quando li si fa bene e con passione vengono fuori dei bei prodotti.

Grazie Emanuele, sei stato molto gentile ad aver accettato il nostro invito. Per concludere ti chiedo di fare un saluto a tutti i lettori di RadioSpeaker.it.
Ciao a tutti i lettori di RadioSpeaker.it da Emanuele Campagnolo, un abbraccio!

ASCOLTA L’INTERVISTA

 

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