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Radiospeaker.it incontra lo staff di Radio Icaro a Rimini

Questa settimana Radiospeaker.it ha fatto tappa in Romagna, precisamente a Rimini, presso Radio Icaro ed ha voluto intervistare quelle che sono le tre figure principali attorno a cui ruota il mondo della radio: il direttore artistico e lo speaker, il tecnico ed il producer-dj. Ognuna di queste con un ruolo ben preciso determina la riuscita di un buon prodotto radiofonico ed oggi ne parliamo con Matteo Munaretto (tecnico radiofonico), Fabrizio Inti (Producer-dj) e Max Alberici (direttore artistico e speaker).

ASCOLTA L’INTERVISTA

Matteo Munaretto, tecnico radiofonico.

Come hai iniziato a svolgere questo lavoro?
Ho iniziato a fare questo lavoro nel 1997 quando trovai, nella sala prove dove suonavo con il mio gruppo, un volantino pubblicitario che proponeva ai giovani di presentarsi presso un’emittente radiofonica per scoprire come funzionava il mondo della radio. Decisi di chiamare, successivamente feci un provino e da quel giorno non ho più smesso di fare questo lavoro.

In che cosa consiste la tua giornata lavorativa?
Io mi occupo principalmente di tutto ciò che riguarda la parte tecnica: regia, messa in onda, montaggio dei programmi, pubblicità e programmazione. Di conseguenza, la mattina arrivo in radio, trascorro le prime due ore in regia e poi vado nel mio studio al computer e mi occupo di tutto il resto.

Che cosa consigli ad un ragazzo che vorrebbe fare il tecnico radiofonico?
Il mio consiglio è quello di essere molto umili, quindi di entrare in una radio e iniziare a capire prima di tutto come funziona, di comprenderne i meccanismi e i tempi per poi iniziare ad inserirsi in maniera costruttiva.

Pensi sia più semplice inserirsi in una radio come tecnico o come conduttore radiofonico?
Credo sia più facile trovare lavoro se si riescono ad unire queste due figure professionali. Questo perchè nella realtà delle piccole emittenti è più facile essere assunti se si è in grado di gestire sia la parte tecnica che quella relativa alla conduzione.

Fabrizio Inti, producer.

Quali sono le attività principali all’interno della radio?
Il mio lavoro consiste nel creare programmi radiofonici e per realizzarli devo fare tutta una serie di cose ben precise, ossia: trovare lo speaker, scegliere la musica, preparare una playlist e di conseguenza mandarlo in onda occupandomi della regia.

Quando hai iniziato a fare questo lavoro?
Ho iniziato nel 1984, in una radio di Milano e mi sono sempre occupato della parte tecnica. Non sono dunque mai andato in onda in voce ma con la musica; a quei tempi, poi, c’erano le bobine ed io ero uno di quelli che le registrava.

Il tuo consiglio ai ragazzi che vogliono fare il tuo stesso lavoro?
Io penso che i ragazzi di oggi, rispetto al periodo nel quale ho iniziato io, siano avvantaggiati perchè la tecnologia li aiuta molto. Il mio consiglio, dunque è quello di sviluppare anche la conoscenza della musica più datata. Farò un esempio: i pezzi che si suonano ora sono molto facili da realizzare però si usano pezzi campione di musica anni ’80-’70. Diventa dunque importante conoscere, anche i pezzi storici della musica.

Quali sono i parametri a cui ti attieni per scegliere uno speaker?
La scelta ovviamente si basa sul tipo di programma che voglio realizzare. Se faccio un programma di musica anni ’80, ho necessità di avere uno speaker che oltre alla bella voce, abbia anche una conoscenza musicale più approfondita. Mentre se il programma è incentrato sull’intrattenimento, può essere sufficiente una persona che abbia un buon impatto con il microfono e con la voce.

Max Alberici, direttore artistico.

Quali sono le tappe principali della tua carriera radiofonica?
Ho iniziato nel 1993, assolutamente per gioco, in quanto conoscevo un ragazzo che già lavorava in radio ed un sabato ho deciso di seguirlo. Vi sono tornato più volte ed ho iniziato ad occuparmi della parte tecnica. Successivamente, mi sono innamorato del magico mondo della radio e del microfono fino ad arrivare alla conduzione vera e propria. Negli ultimi 4 anni ho ricoperto e ricopro tutt’ora la carica importante e decisamente soddisfacente di direttore artistico di Radio Icaro a cui ovviamente sono arrivato per gradi.

Per quale motivo hai deciso di fare della radio il tuo lavoro?
In realtà è questo mestiere che ha scelto me. E’ iniziato come un gioco e come un secondo lavoro. Io avevo fatto un percorso di studi non artistico in quanto nasco come informatico, poi mi sono appassionato alla radio fino a che un bel giorno mi hanno chiesto se volevo che questo diventasse il mio mestiere. A quel punto ho deciso di spegnere il pc e accendere il microfono.

Quali sono le gioie e i dolori di un conduttore radiofonico?
La gioia principale è quella di vivere di musica e mi rendo conto che in questo periodo, non possono fare in tanti ed inoltre la soddisfazione più grande è quella che arriva da chi ti ascolta e ti segue che diventa la forza che ti permette di andare avanti e fare questo mestiere. Per quanto riguarda i dolori diciamo che bisogna essere molto flessibili, si lavora spesso nei fine settimana, le ferie ci sono e non ci sono però sicuramente le gioe sovrastano di gran lunga i dolori.

Cosa ne pensi del sito Radiospeaker.it?
Lo conosco molto bene perchè tra gli addetti ai lavori queste notizie circolano velocemente.
Lo frequento e lo consulto molto spesso ed ho una bellissima opinione del sito. E’ una cosa che in Italia non c’ era, quindi ben venga Radiospeaker.it e soprattutto la possibilità che fornisce a chi inizia da zero, in quanto le radio oggi faticano a dare la possibilità ai giovani di imparare. Radiospeaker.it è l’unica realtà nel nostro paese, che è un po’ indietro rispetto a tutta l’Europa, che da la possibilità di iniziare a fare questo lavoro.

Intervista a cura di Catia Demonte

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