HomeMagazineRai Radio 6 Teca, Rai Radio 7 Live, Rai Radio 8 Opera: la cultura fa più tre!

Rai Radio 6 Teca, Rai Radio 7 Live, Rai Radio 8 Opera: la cultura fa più tre!

Chiamatela sprovveduta nonna RAI!? La prima azienda culturale italiana ha scelto di valorizzare le eccellenze artistiche e culturali nostrane, offrendole in pasto agli internauti, cavalcando l’onda del digitale.

Si aggiungono, quindi, tre nuovi canali radiofonici, Radio 6 Teca, Radio 7 Live, Radio 8 Opera, agli otto esistenti.

Si torna a parlare di innovazione, futuro, reinvenzione della radio, come nei migliori libri di letteratura scientifica, evidenziando le peculiarità delle nuove emittenti di Stato, che di fatto esaltano tutto quello che di buono c’è nel patrimonio culturale e artistico nostrano, omettendo – sovente – il ruolo della cultura, dei contenuti, della sostanza e non più della forma.

A novant’anni dalla nascita del medium dei suoni sono le nuove tecnologie a favorire il mutamento che serviva, e i contenuti a dare forma ad uno strumento comunicativo in incessante evoluzione.

Radio 6 Teca riproporrà i migliori documenti audio che hanno fatto la storia di Radio Rai, accompagnati da schede introduttive. Per non dimenticare, per imparare da chi prima di noi ha fatto spettacolo, informazione, cultura. I documenti verranno scelti in base agli anniversari, date importanti, eventi da ricordare; sembrerebbe una sorta di Techetecheté radiofonico.

Radio 7 Live è una finestra sugli eventi più importanti del passato e del presente, in Italia e nel mondo.

Radio 8 Opera, invece, è pensata per esaltare le opere liriche; collaboreranno, infatti, con l’ottavo canale tematico Enti Lirici, Teatri di Tradizione e Fondazioni.

I tre canali arricchiranno l’offerta web e la piattaforma radio digitale DAB+. In Italia il servizio “digital audio broadcasting” viene reso disponibile in ritardo, come ricorda Peppino Ortoleva ne “Le Garzantine, Radio”, a pag. 226: “La RAI si era impegnata con il ministero delle Comunicazioni a completare il servizio DAB entro il primo decennio del 2000 per raggiungere il 60% della popolazione, ma l’attuazione di questo progetto ha subito un improvviso rallentamento”.

Meglio tardi che mai, oggi la radio vive quel momento di floridezza che serviva a spingersi un po’ più in là, oltre la quantità, verso una più alta e raffinata qualità del prodotto finito.

Articolo a cura di Annalisa Colavito

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