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Io ballo da solo: l’autobiografia di Teo Teocoli

“Sono un’autodidatta, non so niente. Conosco solo le cose della mia vita. Io lavoro solo con ciò che estrapolo dai miei pensieri. Devo toccare con mano. Osservare. Perché il vedere le cose conta forse più delle cose stesse. Lo sguardo sempre nuovo di un bambino salva dall’usura persino i marciapiedi di periferia. Io non provo mai. Seguo l’intuizione, il talento, il balenare immediato di un’idea. Imito le persone che mi incuriosiscono, spesso sono quelle abbastanza avanti negli anni. (Stralcio tratto da “Io ballo da solo” di Teo Teocoli)

Teo Teocoli, speaker e conduttore, intrattenitore per professione, fin da giovane, è stato uno sveglio e intelligente showman comico che ha saputo con tenacia e determinazione “farsi da sé”, riscuotendo con il tempo successi in televisione, al cinema, in teatro e in radio.

Oltre alla buona perfomance radiofonica mattutina su Radio Montecarlo, attualmente Teo è impegnato con il suo ennesimo tour teatrale “Restyling – Faccio Tutto”che, dal 8 ottobre scorso gira per l’Italia, riportando in vita i suoi personaggi più riusciti tra cui spiccano Celentano e Caccamo e, prossima tappa annunciata per il 29 marzo risulta il mitico Teatro Ariston di Sanremo che riapre dopo la pausa festivaliera proprio con la schietta e irriverente comicità calabro-milanese di Teo.

Teo, nato a Taranto da genitori reggini, fin da piccolissimo sbarca a Milano con la sua famiglia e dopo un’adolescenza da aspirante cantante di rock’n’roll, riesce ad entrare nel Clan Celentano, tuttavia il destino porta, inspiegabilmente, verso la recitazione in cui Teo sceglie la strada della risata, proponendosi come cabarettista al Derby di Milano e lavorando a stretto giro con altri grandi comici degli anni Settanta-Ottanta come Massimo BoldiCochi PonzoniRenato Pozzetto. Da qui seguono i debutti al cinema e in televisione che gli doneranno gloria e fama per molti anni.

Da 12 anni, però, Teo ha smesso con la televisione, forse per la sua mancanza di diplomazia, forse per contingenze varie, quel che resta ora è, soprattutto, radio e teatro. Qualche anno fa la folle decisione di scrivere, a modo suo, un libro di memorie, le sue, quelle di una vita intera vissuta, danzando “da solo”, cosi ci ritroviamo la sua autobiografia quasi comica, ma non troppo allegra “Io ballo da solo” che, ripercorre anche con una vena malinconica la sua carriera artistica ma anche, a piccoli tratti, la sua vita privata.

Teo, un unicum dalle tante facce. Si dice sia stato playboy, cantante, ballerino, attore, agitatore del Derby, membro del Clan, testimone della Milano violenta, ma in fondo, nella sua autobiografia ritroviamo un Teo bambino, un Teo legato alla mamma, un Teo allegro e socievole che ride di tutto e su tutto.

Tanti gli episodi raccontati con una sorta di compiaciuta sincerità come quella volta che andò fuori di testa per uno sketch “triste” di Fatma Ruffini in cui doveva vestire i panni di un coniglio. La sua schiettezza è cosi disarmante e impulsiva che fila liscio anche l’ammissione di aver letto per intero un solo libro nella sua vita, regalatogli dall’amico Enzo Jannacci e, per dirla tutta, il libro in cui si sente anche il protagonista, non è altro che “Lo straniero” di Camus.

Dall’eroe assurdo di Camus ci ritroviamo anche un Teo sornione che va al cinema da ragazzo con la mamma, donna solare e allegra. Il suo libro parla dei suoi amati personaggi, imitati e giocati sul filo del rasoio daPeo Pericoli a Felice Caccamo, da Adriano Galliani ad Adriano Celentano,fino a Cesare Maldini. Poi a teatro con il suo nuovo tour ci allieta ancora con imitazioni musicali che non si fermano ad Adriano, ma continuano con Ray Charles, Stevie Wonder, José Feliciano,  Elvis, Aretha Franklin e, perfino, Caccamo riuscirà a cantare grazie alla bravura di un’orchestra tutta di un pezzo, detta la “Doctor Beat” che da anni accompagna Teo nei suoi spettacoli.

Teocoli resta un imitatore che sa recitare bene, ma sa anche improvvisare alla grande, dote importantissima sia in teatro che in radio, cosi come racconta Teo stesso nel suo libro:Sono uno che per natura racconta e dice le cose in maniera comica, ho questa curiosa facoltà di esaltare il lato comico di ogni situazione, persino degli incidenti in moto che mi sono capitati, per fortuna mai niente di grave. Una volta ero da Fazio e raccontavo di quando, sull’ambulanza, in seguito a un incidente in Spagna, avevo tutte le costole rotte e c’era questo tizio che, leggendo sul mio documento, mi chiamava “Antonio”. E’ il mio nome di battesimo ma nemmeno mia madre mi ha mai chiamato così, e io non capivo che quello stesse chiamando me, quindi non rispondevo. Lui pensò che io avessi perso conoscenza, e quando risposi mi prese a male parole”

L’arte di improvvisare resta, fondamentalmente, legata al generoso Teo che, pur ballando da solo, si è ritrovato quotidianamente “In tempo reale” in radio con una vasta platea di fedeli ascoltatori e in teatro con altrettanti divertiti spettatori. In fondo, in fondo tanto solo non è mai stato. Voi come vedete Teo nelle vesti del “conduttore radiofonico”? Preferite il Teo televisivo o radiofonico?

Articolo a cura di Nicoletta Zampano

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