"No Billag": svizzeri al voto per abolire il canone Radiotelevisivo

Il prossimo 4 marzo il popolo svizzero sarà chiamato a votare. Oggetto della votazione è l’abolizione del canone radiotelevisivo della Svizzera: il cosiddetto Billag. Se tale operazione venisse approvata, e quindi vincerebbe il si, si assisterebbe alla scomparsa di non meno di 19 canali radio e tv che sono abbondantemente supportati da tale canone.
Come apprendiamo da lalettre.pro esiste una giovane associazione contro la scomparsa di radio e tv creata appositamente per prevenire il risultato del SI: “Deserto audiovisivo: qè uesto è ciò che vedrebbe il panorama panorama dei media se l’iniziativa “No Billag” dovesse essere accettata il 4 marzo”, hanno dichiarato i membri di tale associazione. Solamente alcune radio nella svizzera francese, a Ginevra e Losanna, potrebbero sopravvivere all’abolizione del Billag.
La vittoria del SI porterebbe alla scomparsa di sette canali televisivi (Alpha Channel, Channel 9, la tv, Léman Bleu, RTS 1, RTS 2, Telebielingue) e 12 emittenti radiofoniche nella Svizzera occidentale (Canale 3, Couleur 3, Area 2, il primo, Option Musique, Radio Chablais, Radio City, Radio Fribourg, RFJ , Rhone FM RJB , RTN).
Come ricorda l’associazione contro la scomparsa di radio e tv questi media pubblici e privati convivono e lavorano insieme pacificamente da molti anni.
Prendiamo ad esempio il cantone di Friburgo. Ora ha due stazioni radio regionali nelle due lingue del cantone, francese e tedesco. Gli spettatori possono scegliere tra TV regionale e RTS, per non parlare dei numerosi canali stranieri disponibili sugli schermi. “Se il sostegno finanziario pubblico dovesse scomparire, i Fribourgeois avrebbero solo canali televisivi stranieri. La nostra democrazia diretta ha bisogno di media indipendenti e ancorati nelle loro regioni” ha dichiarato a riguardo l’associazione.
L’associazione è stata fondata il 5 ottobre 2017 e accetta donazioni per poter promuovere le iniziative. E’ possibile aderire con un contributo di almeno 20 franchi, per i privati, o almeno 200 franchi, per le persone giuridiche come Philippe Zahno (presidente dell’Unione delle radio regionali francesi) e Vincent Bornet (presidente dell’associazione della televisione regionale francese) che sono tra i membri fondatori. Staremo a vedere cosa accadrà il 4 marzo 2018.
Ovviamente l’articolo è a scopo informativo e non vuole schierarsi politicamente o fare campagna al voto.
Articolo a cura di Stefano Tumiati