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Lo Speaker preferito

Di solito quando si segue con attenzione in tv una cosiddetta “fiction”, ci si affeziona ai personaggi, alle loro storie, a quel complesso di relazioni che pare non avere mai una fine.

Forse una mossa strategica questa da parte degli sceneggiatori, finalizzata ad aumentare lo “share” d’ascolto in vista magari di una prosecuzione della trama, che possa rendere maggiormente coinvolgente la “soap opera” o la serie televisiva di successo. Spesso succede così.

Basta poco per essere sostenitori di un appuntamento che presto diviene il momento ideale, topico della giornata, in cui tutti devono zittirsi. Un po’ come quando al tg viene annunciata uno “scoop”, in questi casi, non bisogna assolutamente fiatare.

Anche in radio può succedere qualcosa del genere.

O meglio, l’ascolto di un determinato programma radiofonico in alcuni casi è relazionato alla presenza di quello speaker che ha saputo creare il giusto “feeling” con l’ascoltatore, dando vita ad un forte legame con quest’ultimo, suo fan.

Da qui, quindi, la volontà di partecipare, interagire in diretta, scambiarsi opinioni via sms, oppure, mediante i nuovi canali di comunicazione, quali i social-network di ultima generazione. Insomma, la volontà di rendersi protagonisti, spinti dal desiderio di voler scambiare qualche parola con il proprio speaker preferito. E ce ne sono tanti, diversi, distinguibili per simpatia, ironia e professionalità.

Ma anche per la capacità di trattare in maniera originale e fuori dai canoni, una notizia che in tanti potrebbero affrontare allo stesso modo. Anche sulla base di ciò  è proprio il pubblico a decidere di soffermarsi ad ascoltare un conduttore anziché un altro. Non a caso si dice che il pubblico sia sovrano, rispetto alle varie proposte che gli vengono offerte.

Grande rilevanza in questo contesto riveste probabilmente quello che viene definito il “personaggio” radiofonico che va oltre la classica compostezza, per  dar vita ad una sorta di frizzante intrattenimento, tipico ad esempio, del “morning show”, in cui le risate e il divertimento sono di casa.

Dall’altro lato c’è chi invece predilige lo speaker che riesce a rendere chiara una notizia strettamente legata all’attualità, come nel caso di un delicato episodio di cronaca.

In questo caso, l’ascoltatore potrebbe preferire un determinato conduttore, perché esaustivo nell’esposizione dei contenuti, preciso nella descrizione della dinamica dei fatti. Elementi, per alcuni forse scontati o banali, ma assolutamente indispensabili non solo per una buona resa del format, ma utili anche per creare un’efficiente fidelizzazione con il pubblico.

In ogni caso, grazie ad una corretta predisposizione del conduttore, questi oltre a potersi assicurare una ricca fetta di utenza, diviene per i più affezionati l’ “amico” o il “confidente” speciale vicino pure a problemi strettamente privati.

Caratteristica, questa, che i provetti speaker forse non dovrebbero sottovalutare; insomma, secondo noi, fondamentale  è  rivolgersi completamente agli ascoltatori, ascoltare il loro parere, creare un confronto sereno, senza che lo speaker si elegga a  proprietario di una verità, spesso frutto solo di un’inutile presunzione.

Anzi, da un “talk” potrebbero nascere spunti interessanti e non diatribe, tipiche da “talk-show” televisivo!

 

Articolo a cura di Maurizio Schettino

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