Quanto siete preparati sui Mixer Radiofonici?

Il mixer è un’elemento fondamentale per ogni radio e webradio. Tradotto come “miscelatore” appunto ha la funzione di ricevere e mescolare insieme tutte le fonti audio della radio: microfono principale, microfono ospiti, vari player del software di diretta, computer ausiliari, ibridi telefonici, jingle station, ritorni effetti, segnale da altri studi, codec, ecc… Ma che tipo di mixer bisogna usare?
Non c’è una regola generale, se si sanno utilizzare bene vanno bene tutti i mixer. In genere le webradio, o almeno in Italia, utilizzano dei mixer da Live con tutte le funzioni classiche come:
– Gain, serve a portare a livello standard di lavoro il segnale
– Equalizzatori, vanno ad agire sul contenuto in frequenze del suono
– Aux, uscite ausiliarie per mandare una copia del segnale fuori dal mixer, ad esempio ad un ibrido telefonico
– Solo, per sentire solo quel canale e isolarlo dagli altri
– Mute, per non fare sentire quel canale
– Fader, regola il volume del segnale
– Pan, per posizionare la sorgente nello spazio, Left-Centro-Right
– Master, è il fader generale per tutti i canali
Un esempio di mixer da Live è il Soundcraft EMP 12
Sono tutte funzioni utilissime ma ne mancano alcune dedicate all’utilizzo Broadcast, ovvero dell’emissione audio per diffusione tramite i media. Oltre a quasi tutte le funzioni sopracitate troviamo anche:
– Talckback, per parlare fuori onda tra regia e studio se è presente il vetro
– Assegnazione al bus di Rec, per assegnare alla registrazione un canale
– On, per accendere il canale e quindi metterlo in onda
– PFL (Solo), per preascoltare un canale senza mandarlo in onda
– Selezione ascolti, selezionare cosa ascoltare in regia studio (orban, radio, bus rec, pgm)
– Sistema di esclusione delle casse, quando si accende un microfono le casse in quell’ambiente si spengono evitando quindi il tanto fastidioso effetto larsen di cui abbiamo già parlato e se digitali, ormai la maggior parte, hanno anche integrati:
– Compressori digitali, vanno ad agire sulla dinamica del suono
– Equalizzatori digitali, vanno ad agire sulle frequenze presenti nel suono
– Routing interno dei segnali, come si collegano input, output e canali del mixer
– Preset per la diretta (Snapshot), salvataggio di impostazioni di eq e compressore posizione dei canali settati su un particolare programma radiofonico.
Meno canali fisici ma di più digitali, infatti per un mixer a 6 fader fisici corrispondono in genere 12 canali effetivi e digitali da poter posizionare 6 alla volta.
I mixer broadcast hanno un costo decisamente più elevato dei mixer live, motivo per quale i primi vengono usati da stazioni FM e i secondi da webradio. I mixer broadcast digitali sono ormai i più utilizzati nelle radio, la superficie di controllo è ridotta e tramite un computer annesso al mixer è possibile settare compressori, equalizzatori, routing interno e livelli master audio tutto in digitale. I mixer broadcast sono in genere dotati di un core, un computer, in genere in formato rack dov’è possibile cablare tutte le sorgenti audio e gli output.
I modelli più utilizzati sono quelli della Studer e dell’Axia di cui vi mostriamo due foto:
Mentre in analogico, sopratuttto nelle radio più adulte, è possibile trovare il famoso Soundcraft SAC 200
E voi che mixer usate?
Articolo a cura di Stefano Tumiati