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Aggregatori: il futuro dello Streaming Radiofonico passerà da qui?

Portare la propria emittente preferita sempre con sé è un’abitudine che le moderne tecnologie hanno sicuramente facilitato: oggi è facilissimo avere a disposizione, a portata di mano, anzi di app, quasi tutte le radio esistenti. Gli investimenti nel tempo sono cresciuti, le emittenti si sono rese conto dell’indispensabilità di avere app per l’ascolto in streaming delle proprie trasmissioni sui vari device. E ce n’è per tutti i sistemi operativi!

Il problema sta, però, nei sempre maggiori vincoli per l’accesso agli store e nell’impossibilità di scaricare una quantità eccessiva di app sul proprio smartphone. Considerando che, secondo le statistiche, un utente medio ascolta da 6 a 35 stazioni, va da sé che installare una app per ciascuna di esse sarebbe impensabile.

La soluzione? Una singola app che funga da aggregatore.

Qui i vantaggi cominciano ad essere molteplici: dal punto di vista dell’emittente, essere presenti su una piattaforma aggregatrice determina il vantaggio di non dover costantemente aggiornare la propria app in funzione delle modifiche dei sistemi operativi. Ma non solo. Tempo fa vi abbiamo parlato di Uanapp, l’app di Paolo Noise attraverso la quale si possono ascoltare diverse emittenti ma oggi ci soffermeremo su un altro concetto.

Attualmente in Europa manca un sistema integrato per il diritto d’autore: di recente il Comitato Economico Sociale Europeo, come apprendiamo da newslinet, ha espresso il proprio parere su due importanti documenti elaborati in sede europea sul diritto d’autore, suggerendo una revisione delle attuali normative. La preoccupazione principale è che i titolari dei diritti d’autore non siano adeguatamente tutelati rispetto ai giganti tecnologici che dominano i mercati globali.

Chiaramente l’ascolto oltre confine di contenuti tutelati (come la musica), per i quali le stazioni posseggono i diritti solo a livello nazionale fa sì che queste emittenti siano esposte a conti salati da parte degli enti collettori di diritti negli altri stati sovrani dove ha luogo la diffusione. Le soluzioni a questo punto sono o l’acquisizione di licenze sovranazionali o il geo-blocking, una tutela tecnologica che limita l’accesso ai contenuti Internet in base alla posizione geografica dell’utente.

Queste soluzioni, però, sarebbero molto costose per la singola emittente, mentre collocare e gestire un sistema protettivo all’interno di un aggregatore evoluto (che lavorerebbe in termini di economia di scala) sarebbe gratuito.

E in questa direzione stanno lavorando i principali aggregatori mondiali (come TuneIn e MyTuner) e nazionali, come FM-World.

Articolo a cura di Giusy Dente


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