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Pubblico e pubblicità fanno “volare” la radio

Abbiamo ultimamente raccontato del grande successo degli ascolti radiofonici in Europa, ma nel frattempo sono arrivate nuove conferme sulla vitalità di quello che può essere a tutti gli effetti considerato un immortale mezzo di comunicazione nel nostro Paese (e non solo).

Stando a quanto si legge dal sito del “Fatto Quotidiano” due dati fondamentali, relativi all’Italia, hanno confermato che la radio è in grande ascesa e gode di grande vitalità: si tratta dei dati relativi agli ascolti e di quelli legati alla pubblicità.

Per quanto riguarda le persone che ascoltano il mezzo radiofonico, sappiamo che la crescita è di una media annua dell’1% e che il totale degli ascoltatori si aggira intorno ai 35,5 milioni. Di contro, il pubblico che segue la televisione è in netta discesa. Pare che quasi metà della popolazione acceda alla radio, in particolar modo nelle ore mattutine, mentre si sposta per andare a lavorare o a studiare. I maggiori ascoltatori sono quelli che hanno un’età compresa tra i 35 ed i 65 anni.

Questo dato non ha lasciato per niente indifferenti gli inserzionisti pubblicitari, tanto che i dati confermano che la radio è l’unico mezzo di comunicazione, insieme al web, che ha incrementato il mercato pubblicitario. Basti pensare che negli ultimi tre anni la radio cresce con una media intorno al 4%, mentre il mercato in generale diminuisce dello 0,5%.

A riprova di tutto questo, ci sono poi i “grandi movimenti” di acquisizione di alcune emittenti, di frequenze e anche la nascita di nuove radio (non solo web).

Sembra dunque che nonostante sia abbastanza diffusa la moda di parlare della radio come di un mezzo in declino, la realtà risulti ben diversa e anzi, ultimamente non è difficile accorgersi di come siano spesso gli altri mezzi di comunicazione ad “attingere”, a studiare, a guardare con grande attenzione questo strumento che sembra davvero essere immortale (per fortuna).

Articolo a cura di Mattia Savioni

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