Clubhouse, pro e contro della nuova frontiera social
Clubhouse, la nuova frontiera social: è davvero alla portata di tutti? Qualità e ascolto vanno di pari passo? Ecco i pro e i contro
La nuova frontiera dei social network sites spalanca una porta anche a Clubhouse. Il social fondato da Paul Davison e Rohan Seth, al momento, rappresenta una nicchia, sebbene sia stato utilizzato da gente dello spettacolo, guru del marketing e influencer. Il passaggio da etichetta di nicchia a universale appare breve, poiché le funzionalità sono semplici e divertenti. Chiunque, infatti, può mettersi in gioco esprimendo la propria idea, favorendo la propria crescita attraverso l’ascolto e il dialogo. Queste ultime sono componenti fondamentali per incrementare concetti nel proprio bagaglio culturale.
Clubhouse è il nuovo social network sites che spopola tra ragazzi, gente affermata e curiosi. Si, perchè Clubhouse è uno spazio di approfondimento, di ascolto e dialogo. L’auspicio è che mantenga l’alto grado di qualità.
Clubhouse, dunque, si presenta come una piacevole novità, alla portata di tutti. Il meccanismo che muove il social è piuttosto lineare: si crea una stanza, si accende solo dopo aver ricevuto un invito e ci si ritrova catapultati nella famigerata stanza, nella quale dialogare e confrontarsi. Il fattore trainante è il “mettersi in gioco” attraverso un macro-tema. Se da una parte è un’aspetto positivo, dall’altra può presentare delle sfumature negative. Infatti, come ogni forma culturale dialogica, lo stile, il contenuto e la forma devono poggiare sulla qualità. L’obiettivo è quello di rendere la stanza, un contenitore di approfondimento per mettersi in discussione, confermare o smentire una propria idea.
Purtroppo, non sempre i contenuti si presentano di qualità e poco originali e, di conseguenza, per nulla costruttivi. Ecco, perchè Clubhouse non è per tutti. Ovviamente, detto in questo modo può sembrare troppo polemico e selettivo, quando invece la componente a disposizione di tutti, e questo sì che è fattore positivissimo, è l’ascolto. Ascoltare è un’arte sempre più rara nella nostra società dominata dal flusso di immagini e di informazioni disordinate. Per alcuni versi Clubhouse ricorda l’evoluzione dell’amata radio. Quest’ultima ha assunto diversi volti, restando al passo con i tempi come nel caso delle web-radio, sempre più in voga oppure il podcast. L’ascesa di Clubhouse sarà rapida. Ma, tutto ciò sarà accompagnato dal fattore qualitativo?