Come preparare una demo radiofonica vincente?

Ormai, si sa, il panorama radiofonico ha assunto tratti particolarmente concorrenziali su più fronti.
Ogni emittente deve inevitabilmente fare i conti con quelle che sono le richieste del mercato e soprattutto le esigenze di un pubblico maggiormente legato ad un genere musicale o a specifici contenuti, anziché altri.
Aspetti che un editore radiofonico deve prendere in considerazione, al fine di catturare l’attenzione di molti ascoltatori, desiderosi di ascoltare ciò che rispecchia le proprie preferenze.
Bisogna, quindi, essere preparati, attenti e pronti, per riuscire a fare la differenza nel vasto panorama della radiofonia, con la giusta motivazione e soprattutto, tanta passione, quella in grado di fare realmente la differenza. Sono gli stessi professionisti del settore, molti dei quali protagonisti delle nostre interviste, ad invogliare i talenti dell’FM a proporsi alle radio, magari partendo dal territorio di appartenenza, provando così a sperimentarsi.
Ma, come si diceva prima, è opportuno farsi trovare preparati per rendere vincente la propria conduzione e vicina, possibilmente, a quelle che sono le richieste che arrivano “dai piani alti”, senza tentennamenti, ma sicuri di riuscire a trasmettere in maniera “pulita” e all’altezza del compito. Perché, fare lo speaker radiofonico, richiede capacità e consona preparazione.
Quali caratteristiche deve avere una demo radiofonica?
Una demo radiofonica deve durare pochissimi minuti e spesso sono proprio i primi secondi a determinare la scelta di un direttore artistico su una voce, da poter eventualmente inserire nell’organico di una radio.
Basta davvero poco per catturare l’attenzione di chi probabilmente riceve, ogni giorno, nel proprio ufficio, una marea di demo, tutte da dover ascoltare per selezionare quelle personalità vocali che possano essere in linea con l’emittente diretta. Aspetto quest’ultimo da non sottovalutare, considerando che tutte le voci non sono adeguate per qualsivoglia radio.
Forse è da questo che bisogna partire per capire quale realtà dell’etere possa fare al caso nostro. E la soluzione è semplice: basta ascoltare. Già dalla messa in onda di un “talk”, proposto secondo stili differenti, ci si può rendere conto del personale legame con quella radio, in sede di conduzione, vuoi per il tono utilizzato e/o il modo con cui vengono trattate determinate argomentazioni.
Tutto ciò per dire che è opportuno fare una selezione ad hoc delle radio a cui ci si propone, sulla base del proprio grado di personalità, affinché la conduzione possa essere quanto possibile naturale e spontanea.
Senza dimenticare l’importanza della cura della voce, sgombra da difetti di pronuncia o tipiche cadenze appartenenti al territorio d’origine. Allo stesso modo, fondamentale è riuscire a proporre una tecnica adeguata in relazione all’emittente per la quale ci si propone, “di flusso” o “di programmi”. Ecco perché, come dicevamo, è importante conoscere bene il “clock” dell’emittente a cui si aspira, compresa la strutturazione del palinsesto e l’approccio vocale dei conduttori.
E poi, secondo noi, ci vuole tanto coraggio, voglia di mettersi in gioco e passione, indispensabile, per il lavoro più bello del mondo!
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In bocca al lupo!
Articolo a cura di Maurizio Schettino