Dimmi come parli e ti dirò che speaker sei

Nella maggior parte dei casi è il linguaggio utilizzato da una persona a determinare la propria personalità. Un modo per capire e quindi riconoscere, la formazione o il bagaglio di termini magari acquisiti grazie ad un esercizio costante.
Allo stesso modo, scorrendo le stazioni radiofoniche, le voci divengono espressione del carattere in uno speaker in onda, i quali devono necessariamente essere portatori delle esigenze dell’emittente in cui trasmettono, ovvero, esprimere un linguaggio che sia in grado di adeguarsi alla linea editoriale decisa a priori.
Tra conduzioni “normal” ed altre “fuori dalle righe”, ci si immerge in una carrellata di format, contraddistinti da uno specifico stile, dove spesso il favorevole riscontro del pubblico non manca.
Infatti, seppur in alcuni casi, eccessivamente irriverenti, tali contenitori radiofonici riescono a garantire un ascolto duraturo, rispondendo così ai gusti di un’ampia fetta di pubblico.
In ogni caso, sulla base di tale proliferazione di stili, il consiglio che arriva da più parti della cerchia di professionisti, resta sostanzialmente quello legato all’adozione di una tecnica in cui elementi come l’immediatezza e la sintesi, devono essere alla base di un “talk”, ricco di un linguaggio dalla terminologia semplice e diretta, vicino al popolo.
Ovviamente, necessaria ed utile e’ anche la conoscenza di ciò che accade nella quotidianità dei fatti, riguardanti i vari ambiti che possono essere al centro di un format “all news”: dalla politica,
passando per la cronaca o lo sport.
Tramutare, quindi, le proprie aspirazioni, unite alla formazione ed esperienza maturata, con un linguaggio che possa essere comprensibile a tutti, compresi coloro particolarmente disinteressati a determinate argomentazioni, eppure attratti da quella voce in grado di rendere coinvolgente una notizia apparentemente banale o trattata da tutti.
Ed è anche qui che scatta la professionalità e l’originalità dello speaker!
Articolo a cura di Maurizio Schettino