Rai Radio, Mucciante: “engagement con ascoltatori ed eventi live contro lo strapotere dell’intelligenza artificiale”

“Sviluppo tecnologico e progressivo cambiamento delle modalità di fruizione condizioneranno inevitabilmente l’evoluzione della radio in Italia. Ma l’anima della radio tradizionale è destinata a resistere all’assalto dell’intelligenza artificiale, integrandone tutte le potenzialità innovative. La chiave starà nel valorizzare sempre di più l’engagement con gli ascoltatori e gli eventi live, attraverso le caratteristiche proprie della radio e dei suoi conduttori”. È l’analisi espressa oggi da Flavio Mucciante, direttore di Radio Rai, alla presentazione dei palinsesti autunnali delle reti del Servizio Pubblico, nel Centro di produzione di via Asiago, a Roma.
La radio tra AI e tradizione
Come sarà la radio nel prossimo futuro? E quali effetti avrà l’intelligenza artificiale su palinsesti, modelli produttivi e sulle stesse performance di artisti e conduttori? Mucciante ricorda come i primi esperimenti strutturati di radiovisione in Italia risalgano al 2005. Da allora “il prodotto radiofonico si è completamente trasformato con uno sviluppo travolgente: si è passati dal solo audio alla visual, dallo streaming all’on demand: contenuti extra, podcast, prodotti confezionati su misura a seconda del target di riferimento e della piattaforma di trasmissione”.
Così troviamo oggi la radio, nelle sue varie forme su Facebook, X, Instagram, TikTok, sul satellite o sul digitale terrestre, sul DAB o in modulazione di frequenza, in casa e in auto, su smartphone, pc o in tv. “Una profonda trasformazione – sottolinea Mucciante – che si è compiuta in meno di vent’anni con il passaggio dal semplice audio al prodotto crossmediale. E la radio, smentendo tutti i profeti di sventura, ha conquistato di fatto tutti gli altri media, che ne sono diventati il veicolo di diffusione”.
Flavio Mucciante sulla radio tradizionale e l’intelligenza artificiale
È una crossmedialità – avverte il responsabile di Radio Rai – che rappresenta “un’enorme opportunità e insieme un rischioso banco di prova, quando viene equivocata con prodotti fortemente caratterizzati per la tv e poi trasmessi in contemporanea anche su radio e web, provocando inevitabile disorientamento nel pubblico”. La radio – precisa Mucciante – “ha la sua caratteristica più preziosa nella confezione sonora, la sua originalità sta nel saper proporre, oltre al cosiddetto ‘mainstream’, anche quello che il pubblico non si aspetta, al di là di indagini di mercato omologate sui gusti già noti degli italiani”.
Il ruolo dell’essere umano nella radio del futuro
La prima dj creata dall’intelligenza artificiale è nata poco più di un anno fa in una radio di Portland, in Oregon. Parla con voce rilassata e dispensa consigli sulle hit del momento, può dare notizie, bollettini meteo, aggiornamenti locali o creare post promozionali sui social. In questa progressione tecnologica, che sembra inarrestabile, la radio “tradizionale” è davvero condannata ad una sconfitta inevitabile?
Secondo Mucciante, no: “Integrandone tutte le potenzialità innovative con quello che l’intelligenza artificiale non può offrire: il guizzo creativo dell’essere umano, che intreccia il racconto della cronaca con le proprie esperienze e storie di vita, i pensieri e le emozioni, il rapporto quasi intimo e personale con gli ascoltatori, il senso di comunità”.