Il “gancio” in radio: cosa vuol dire?

Fare il “gancio” in radio.
Probabilmente in molti avranno sentito parlare di questo stile di conduzione.
Fare il “gancio” in radio. O meglio, il modo di annunciare un disco nel bel mezzo di un “talk”.
Esperienza e capacità di unire le argomentazioni con la musica proposta fanno parte del bagaglio di competenze di uno speaker.
Con professionalità e appunto, esperienza, si tende a miscelare alla perfezione l’argomentazione proposta con i titoli dei brani.
In tal modo, si crea il cosiddetto “gancio” radiofonico, facilmente intuibile data, come si diceva, la stretta correlazione tra tema trattato e brano musicale.
Una relazione di parole attenta che tiene in considerazione l’uguaglianza di concetti espressi in entrambi i sensi.
“Hai fatto il gancio!”
Un’affermazione espressa solitamente proprio dagli speaker in onda che, in tal modo, si rivolgono ai propri colleghi, complimentandosi con questi.
Particolarmente coinvolgente e altrettanto stimolante e dinamica è resa, in tal modo, la conduzione.
Una caratteristica che, come si diceva, tende a considerare maggiormente professionale il conduttore.
Attenzione, però, a non abusarne.
Infatti, l’utilizzo costante di tali accostamenti potrebbe risultare, all’orecchio degli ascoltatori, qualcosa di ripetitivo o anche inutile.
Necessario, quindi, saper trovare il momento giusto e quello opportuno affinché il “gancio” possa avere una sua funzionalità e concretezza.
In ogni caso, abbiamo spesso ribadito quanto l’esperienza faccia la differenza anche nell’FM.
Un’esperienza frutto della fantasia, per non restare “senza parole”.
Ciò, può essere testimoniato anche dalla sapiente capacità di utilizzare al meglio questi collegamenti.
Legami tra parole interconnesse in grado di creare una perfetta armonia di linguaggio.
L’esperienza fa la differenza, certo.
Ma anche la conoscenza dei termini deve appartenere ad uno speaker, per non commettere errori o qualche palese gaffe.
Quindi, attenzione a ciò che si dice e al come lo si dice, per evitare che il proprio “gancio” non sortisca gli effetti sperati.