Linus: “Senza FM si chiuderebbe una pagina di storia”
Anche Linus, conduttore e direttore di Radio Deejay, dice la sua sul possibile spegnimento delle frequenze radiofoniche in favore del DAB, questione che abbiamo affrontato nei giorni scorsi.
La storica voce di via Massena ha pubblicato un articolo su La Stampa, quotidiano del Gruppo GEDI (proprietario anche di DJ, Capital e m2o), in cui ha dichiarato: “L’idea che in un futuro ormai non troppo lontano la radio non si ascolti più attraverso l’FM mi crea sentimenti contrastanti. Da un lato ci fa sentire (a noi che di questo viviamo) finalmente considerati come parte del nuovo mondo. Abbiamo visto arrivare mille nuove tecnologie (per gli altri) e noi eravamo sempre quelli dell’FM. Che nel dopoguerra aveva preso il posto dell’AM, regalandoci la qualità del suono con cui siamo cresciuti e potendo dire addio all’effetto Radio Londra. Quindi bene, ma che si potesse migliorare era evidente”.
“Per i non addetti ai lavori, il limite del segnale in FM sta tutto nel suo viaggiare molto basso, – ha proseguito Pasquale – per cui ogni collina, ogni piccola altura diventa un ostacolo insormontabile. In un paese come il nostro significa banalmente che per illuminare, per coprire decorosamente tutto il territorio ci vogliono centinaia e centinaia di impianti. Con costi enormi. E senza comunque impedire che tra vicini di frequenze non ci si pesti i piedi. Dire addio all’FM, qualunque sia la strada definitiva, vorrà dire fondamentalmente questo”.
Switch off FM, Linus: “Le vecchie frequenze fanno ancora la sostanza”
Linus ha poi continuato: “Vorrà dire però anche chiudere una pagina di storia, almeno per quelli come me che a metà degli anni settanta hanno cominciato a frugare tra l’88 e il 108 in cerca di voci, canzoni, storie. Quando si faceva la colletta per comprare il primo trasmettitore da 800 watt, quello che ti faceva sentire anche nei paesi del circondario. Erano gli anni raccontati nei Cento Passi e in Radio Freccia, con i dischi da comprare e non da scaricare, i pannelli delle uova come materiale fonoassorbente e gli orari organizzati in funzione degli impegni scolastici“.
“Se in cinquant’anni tutto è cambiato, l’FM è ancora lì. Certo, ormai c’è l’RDS a trovare e a tenere le nostre frequenze preferite, e quando non siamo in auto sono le App a creare il contatto, ma la “sostanza” la fanno ancora le vecchie frequenze. Quelle che un tempo erano anche nel nome stesso della radio, cosa che per esempio negli Stati Uniti è ancora realtà. Ma lì, come in quasi tutto il mondo occidentale, le radio hanno soprattutto una valenza locale. Vedremo. Anzi, sentiremo” – ha concluso il dj.
Dunque il mondo dei radiofonici è in trepidante attesa per scoprire che ne sarà dell’FM.