Linus si racconta a “Tintoria”, da Tinti e Rapone
Due ore intense, quelle con Linus che è stato ospite del podcast “Tintoria” condotto da Daniele Tinti e Stefano Rapone. La puntata, diversamente dal solito si è svolta in Santeria, a Milano, per dare la possibilità al direttore di Deejay di partecipare. Un vero e proprio excursus sulla vita di Linus, nel classico stile del podcast che è arrivato alla puntata n° 183.
Una birra sul tavolino, due per qualcuno, tre poltrone e una lunga chiacchierata senza regole, che poi è un po’ quello che contraddistingue il podcast dei comici romani.
Linus a Tintoria: dagli inizi nel mondo della radio ad oggi
Con Linus si parte proprio dall’inizio, dal nome preso in prestito dal cartone animato anche se “mi piaceva molto l’innocenza di Charlie Brown più che Linus che veniva visto come un moccioso che parlava poco” ha spiegato il conduttore rivelando anche il suo secondo nome, in pochissimi lo conosceranno: Feliciano.
Dalla discoteca alla radio, Linus ha iniziato nei club dove “la differenza principale sta nella voce – spiega – nel senso che la radio è la cosa più sincera che esista, in discoteca potresti quasi non parlare“.
Ma il vero amore resta e resterà sempre la radio, nonostante alcune parentesi anche televisive: “La radio è sempre stata la palestra per i grandi televisivi, oggi un po’ meno perché quasi la tv non esiste più“. E non tutti sanno che Linus è stato anche autore televisivo per Adriano Celentano, “una cosa molto gratificante, un’esperienza affascinante“.
Il rapporto con Nicola Savino
Una coppia radiofonica che ha un quarto di secolo di vita; di alti e bassi ce ne sono stati ma il rapporto funziona forse proprio perché non continua al di fuori della radio. A Tinti e Rapone Linus racconta che “non è stato sempre facile mantenere la sinergia ma è stato semplice trovarla perché ci siamo trovati per caso, lui prima faceva il fonico del programma. Io sono quello che guida e lui è quello che colora. È una cosa che funziona da 25 anni, ma non è facile perché non ho un carattere semplice, a me piace guidare”.
Poi gli è mancata la figura del padre “e il fatto che io sia un po’ più grande è stata forse la chiave – continua Linus – Non ci sono mai stati scazzi grandi, spesso legati a sketch fatti in radio ma non discutiamo praticamente mai, due volte all’anno gli devo dire di non parlarmi sopra perché lui è molto esuberante“.
Linus: “ho ottenuto i due microfoni separati e ho tolto i fuori onda”
Di cambiamenti “tecnici” a Deejay Chiama Italia negli anni ce ne sono stati “Sono riuscito a ottenere i due microfoni separati, in radio si faceva così un tempo con un solo microfono, e poi col nuovo studio televisivo poi ho tolto anche il vetro“.
E poi i fuori onda, segno di riconoscimento di DJCI, da qualche tempo non sono più visibili su Deejay TV, questo perché quei momenti sono fondamentali per concentrarsi, per poter avere anche la libertà di rilassarsi un attimo o “mandarsi a quel paese” scherza. Per non parlare degli ospiti che spesso non si rendevano conto e raccontavano le loro vicende private.
Sulla scelta dello staff artistico ha le idee molto chiare: “La radio è sempre accesa e si fa tutti i giorni, e non funziona portare altri programmi di altre radio, di solito non funziona tranne che con Fiorello. Qualche anno fa siamo andati vicino al portare Cruciani a Radio Deejay, per fortuna non l’abbiamo fatto – racconta, e poi parlando di licenziamenti continua – gli unici che licenzio sono gli artisti, mi sarà successo una decina di volte. La cosa più difficile è avere la convinzione perché sai che ci soffriranno tantissimo, visto che Radio Deejay è la più ambita“.
La radio si è sempre riposizionata, ora però c’è la minaccia di Spotify
Come sta la Radio? Per Linus sta bene, e si è sempre ripresa nel migliore dei modi dalle novità tecnologiche in campo media: “Noi abbiamo più ascoltatori rispetto a 10 anni fa, forse perché la radio è riuscita a riposizionarsi. È nata 100 anni fa, è sopravvissuto alla tv, internet, l’unica vera minaccia è quella delle piattaforme musicali. Se devi ascoltare la radio per la musica, perché ascolti la radio? C’è Spotify che con un algoritmo impara i tuoi gusti. Noi cerchiamo di dare il motivo di scelta della radio attraverso il contenuto e quindi la personalità. Le radio che non capiranno o non riusciranno a gestire questo cambiamento, probabilmente faranno molta fatica”.
Un’intervista lunga ma interessante nonostante i tempi più lenti rispetto a una trasmissione radiofonica, ai quali però Linus, complici una o due birre, si è adattato… senza peli sulla lingua. Ha risposto a tutto, tranne che alle ultime domande: qual è il tuo programma di radio deejay preferito? “Ce ne sono diversi non rispondo” e poi a parte radio deejay quale altra radio italiana ti piace? “Nessuna“.