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Malesia: Despacito bandito in Radio

Musica ballabile, ritmo latino, testo accattivante, video seducente: le caratteristiche del cosiddetto “tormentone estivo” Despacito ce le ha tutte. Non a caso è la hit più popolare degli ultimi mesi, la si ascolta ininterrottamente in radio, il video è quasi a 3 miliardi di visualizzazioni!

Un vero e proprio record, in Italia e non solo, per Luis Alfonso Rodríguez López-Cepero, noto a tutti come Luis Fonsi,e Daddy Yankee: la loro Despacito ha nei giorni scorsi raggiunto il record di canzone più ascoltata in streaming di sempre. Scivola così al secondo posto Sorry di Justin Bieber.

Eppure il brano a qualcuno non è andato giù. Infatti, in barba alle logiche delle emittenti radiofoniche generaliste e ponendosi come baluardo della civiltà e del pudore, la Malesia ha deciso di bandire Despacito da radio e tv. Il brano, dichiarato illegale, non può più essere trasmesso. Per le autorità di Kuala Lumpur, infatti, la canzone presenta un testo volgare, da qui l’ordinanza del ministro della Comunicazione Salleh Said Keruak, valida per televisioni ed emittenti radiofoniche pubbliche, ma non per lo streaming web né per le emittenti private, gentilmente invitate ad autocensurarsi.

In Malesia il 60% della popolazione è di religione islamica, le leggi in materia di comunicazione e censura sono molto rigide dunque il Governo, di fronte alle pressioni ricevute sia dai cittadini sia dal partito islamico di opposizione, ha dovuto adottare la misura più drastica.

Un testo osceno, che «non è adatto a essere ascoltato», ha detto il Ministro Keruak, preoccupato per gli espliciti riferimenti sessuali contenuti in Despacito e ripetuti anche dai più giovani senza nemmeno conoscerne il reale significato.

Nel frattempo, in Venezuela, è accaduto un fenomeno quasi opposto: il Presidente Nicolas Maduro si è servito di Despacito, lanciandone una personale versione remixata, per raccogliere voti a suo favore! Questa propaganda non è andata giù, però, a Luis Fonsi e Daddy Yankee, che hanno specificato di non aver mai autorizzato la manipolazione delle strofe del loro brano per fini politici.

Articolo a cura di Giusy Dente

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