Mercato pubblicitario 2024: la radio cresce ancora, +2,2% per il settore

Il mercato pubblicitario italiano ha chiuso il 2024 con un segno positivo, raggiungendo i 9,5 miliardi di euro nel perimetro esteso (inclusi digital, social, search, classified e OTT). Ma il dato che interessa da vicino il settore radiofonico arriva dal segmento “tradizionale”, dove il comparto RadioTV mostra un’ottima tenuta, trainato dai grandi eventi sportivi e da una radio che continua a rappresentare un mezzo stabile, affidabile e in costante evoluzione.
Secondo l’elaborazione dell’Ufficio Studi di CRTV – Confindustria Radio Televisioni, la radio ha chiuso l’anno con un totale di 408 milioni di euro in investimenti pubblicitari, segnando un +2,2% rispetto al 2023, a dispetto di una leggera flessione nei mesi autunnali. Si tratta di un risultato che conferma la resilienza del mezzo, anche in uno scenario economico incerto.
RadioTV e digital: un duello alla pari nel mercato pubblicitario
Il panorama pubblicitario italiano si è ormai polarizzato tra due protagonisti: il digital e l’aggregato RadioTV, che si contendono il primato con una quota rispettivamente del 44,1% e 44,8% sul totale. Un testa a testa che evidenzia la forza combinata della televisione e della radio, che beneficiano ancora dell’alto impatto generato da eventi live e contenuti editoriali strutturati.
La TV ha registrato un incremento significativo del +7,3% (3,86 miliardi di euro), spinta dagli Europei di calcio e dalle Olimpiadi, mentre la radio ha confermato la sua centralità nel media mix, con una crescita costante, soprattutto nella prima parte dell’anno.
La sfida del digitale e il ruolo della radio
Il digital advertising, pur crescendo del +3,4% (4,2 miliardi di euro), è ancora fortemente sbilanciato a favore delle Big Tech: Google, Meta e Amazon assorbono l’87% degli investimenti online, lasciando alle testate nazionali solo il 13% circa. In questo contesto, la radio – anche grazie alla sua capacità di integrazione su più piattaforme, dalla visual radio al DAB+, fino allo streaming e ai contenuti on demand – continua a rappresentare un’alternativa concreta per gli investitori in cerca di contesti editoriali credibili e ad alto engagement.
Come sottolinea Luca Bordin, Country Leader Italia, il 2025 si aprirà con molte incognite geopolitiche ed economiche, ma l’esperienza del 2024 ha dimostrato che la radio è ancora in grado di adattarsi e innovare, mantenendo una relazione stabile e di fiducia con gli ascoltatori e una credibilità riconosciuta anche dai brand.
Dati, trend e previsioni
Il report CRTV, basato su dati Nielsen, include un’analisi dettagliata mensile, uno storico degli investimenti dell’ultimo decennio e un confronto con i principali mercati pubblicitari europei. Uno strumento prezioso per comprendere i trend e pianificare le strategie del futuro, anche per gli operatori radiofonici.
Nonostante il predominio delle piattaforme globali nel digitale e il crollo strutturale della stampa (-7,5%), il mezzo radiofonico si conferma solido, evoluto e competitivo. In un sistema mediatico sempre più frammentato, la radio resta un punto di riferimento per chi cerca informazione, compagnia e contenuti di qualità.