HomeMagazineConduzione RadiofonicaQual è la fascia di Conduzione Radiofonica che preferite?

Qual è la fascia di Conduzione Radiofonica che preferite?

Scrive Sergio, in risposta all’articolo in cui vi chiedevo di raccontarci quale tipo di radio vi piacesse di più : “Il mio sogno è quello di condurre un programma serale o notturno nel quale dare spunti di riflessione, o parlare delle storie che stanno dietro ogni canzone”.

Oltre a sottolineare la bella idea che ha avuto, perché forse la cosa migliore è proprio fare radio raccontando storie anche attraverso la musica, devo dire che è stato grazie a lui che sono tornato a riflettere su un tema che può interessare sia gli speaker che gli ascoltatori della radio.

Credo che all’interno di qualsiasi network e del relativo palinsesto, ognuno di noi possa scorgere delle marcate differenze nei modi di trasmettere o nel tipo di format a seconda delle ore del giorno in cui questi vanno in onda. Per fare un esempio, vi è mai capitato di ascoltare la mattina presto un programma che vi facesse addormentare (eccetto quelli che non sono di vostro gradimento)?

Quello che voglio dire, anche se può sembrare la cosa più ovvia che ci sia, è che quasi tutti i programmi radiofonici (e con essi anche quelli di intrattenimento) sono realizzati per poter andare in onda in una determinata fascia oraria della giornata, soprattutto se parliamo di network che puntano molto sulla differenziazione dei format e sulla partecipazione degli ascoltatori (il discorso è differente per le radio di flusso).

E’ difficile infatti che un programma radiofonico possa risultare “intercambiabile” e cioè possa avere delle caratteristiche che gli permettano di poter essere trasmesso il pomeriggio o, per esempio, a notte inoltrata (eccezion fatta per le repliche notturne). Qualcuno di voi obietterà che è successo in molte radio che un programma venisse spostato dal mattino alla sera. La cosa è vera, però, se fate attenzione, vi accorgerete che non è quasi mai accaduto che il format rimanesse identico per filo e per segno.

Insomma, ogni programma radiofonico che si rispetti, non può non considerare il momento della giornata in cui va in onda e soprattutto non può non tenere conto di cosa stiano facendo, in quel lasso di tempo, gli ascoltatori. Ecco perché la mattina presto i programmi tendono “a dare la carica” utilizzando ironia, allegria e musica adeguata: siamo infatti in una delle fasi “più critiche”, quella in cui la maggior parte di noi si muove per andare al lavoro o a scuola.

Man mano che ci si inoltra all’interno della mattinata i programmi diventano anche di contenuto, raccontano qualcosa e danno spazio agli ascoltatori che, pur essendo impegnati, sono in un momento in cui il livello di attenzione dovrebbe essere maggiore. Arriva poi il momento del break, della pausa pranzo, in cui c’è voglia di semplicità e di svago. Il pomeriggio invece, trovano maggior spazio i programmi in cui il contributo dell’ascoltatore è fondamentale (perché magari qualcuno è già rientrato a casa) oppure quei format dove è la musica ad essere al primo posto mentre chi ascolta è indaffarato nei vari impegni quotidiani.

In seguito arriva l’ora del rientro dalle varie occupazioni giornaliere e ancora una volta è questo un momento in cui all’ascoltatore può essere chiesto di raccontare qualcosa che gli è accaduto durante la giornata o di commentare un fatto, una notizia delle ultime ore. Il tutto però condito da un clima divertente e festoso, in grado di trasmettere euforia a chi ha terminato i propri impegni quotidiani. L’ora di cena diventa quindi il momento per potersi rilassare facendo un po’ un bilancio dei fatti della giornata.

Il dopocena invece, o la prima serata, sono di fondamentale importanza. Si tratta di dover intrattenere le persone regalandogli uno svago adeguato prima che vadano a dormire. L’arrivo della seconda serata è caratterizzato da un clima molto più tranquillo, rilassato e intimo tra chi parla e chi ascolta. E’ un momento importante della giornata, in cui la radio deve allo stesso tempo dare “la buona notte” e tenere compagnia a chi magari è ancora al lavoro o sta studiando.

Detto questo, mi interessava chiedere a voi non solo se siete d’accordo su come ho “diviso” la giornata radiofonica, ma anche se avete un momento personale in cui vi piace (o vi piacerebbe) trasmettere o ascoltare la radio? Forza, adesso tocca proprio a voi!

Articolo a cura di Mattia Savioni

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