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Quando 105 trasmetteva da New York…

A cavallo tra gli anni Novanta e Duemila, Radio 105 trasmise dal centro di New York City. Riscopriamo i volti di quel periodo

Quando 105 trasmetteva da New York…

Continua il nostro viaggio nel passato della storia della radio: dopo aver raccontato alcune voci della vecchia Radio Milano International e di Radio Deejay, oggi ci spostiamo a Radio 105, precisamente a cavallo tra il 20° e il 21° secolo, quando trasmetteva da New York City.

I primi studi vennero inaugurati proprio nel 1999 al 23° piano di un palazzo di Manhattan tra la 56esima e la 6a avenue, al numero 1370 di Avenue of the Americas.

Gli studi della prima sede

I primi conduttori ad andare in onda dalla “big apple” furono Marco Mazzoli e Camila Raznovich, ogni giorno dalle 18 alle 20 ora italiana con “105 New York”.

A dirigere 105 America (che comprendeva la sede newyorkese e quella di Miami, ancora oggi attiva) era Marco Biondi, rimasto fino al 2000 anche come conduttore di “105 Live From New York” e “No Label” (che andava in onda alle 3 di notte italiane).

Marco ci ha raccontato come arrivò a New York: <<Nell’estate del ’99 stavo sostituendo Marco Galli quando ancora faceva il pomeriggio. Avevo 4 ore fatte di nulla, era un flusso, ma io essendo abituato ai contenuti soffrivo un po’. Parlando con il vicedirettore Stefano Carboni, gli dissi: “Stefano, che io ti faccia 4 ore di diretta da Milano o da New York, a te cambia qualcosa?”. E lui rispose: “Perché, vuoi andare a New York? Guarda, c’è Mazzoli che vuole tornare ma nessuno vuole dargli il cambio. Ne parlo con Hazan (ex proprietario di Radio 105, ndr) e ti faccio sapere”. Qualche giorno dopo ero su un areo per New York. Poco dopo tornai indietro perché stavano ristrutturando la sede, ma un giorno mi chiamò Hazan e mi disse: “Che ne dici se ti rimando a New York e diventi anche direttore di 105 America?“. Non esitai>>.

Tentando di riassumere la sua grande esperienza, Marco ha raccontato che <<New York era una città fantastica, eravamo al centro del mondo. Ogni giorno si tenevano 800 eventi. La parte più bella era far vivere la città: fermare gente per strada, partecipare agli eventi, cercavamo di raccogliere le cose più curiose, eravamo sempre in giro con un DAT e un microfono. Una sera incontrammo Woody Allen e lo intervistammo, nonostante non rilasciasse dichiarazioni in quel periodo. Una volta, mentre camminavo per strada, si fermò un taxi e scese Carlos Santana. Un’altra volta ancora, al ristorante, mangiammo vicino al tavolo di David Gilmour. I grandi artisti americani erano molto disponibili. Quando facevo “No Label” avevo ospite ogni puntata un grande dj dei club newyorkesi. Anche se eravamo una radio italiana che non trasmetteva in America, per i dirigenti delle case discografiche non era un problema>>.

L’emittente cambiò poi sede, passando al 31° piano del 747 della Third Avenue (tra la 46th e la 47th Street).

Gli studi della seconda sede

Sono molte le voci e i fonici che si sono avvicendati nella sede newyorkese: oltre ai già citati Marco Biondi, Marco Mazzoli (rimasto solo per 6 mesi) e Camila Raznovich, anche Rosario Pellecchia, La Zac, Fanny, Marianne, i registi Alessandro “Dj Toky”, Marco Piol e David Marsili “Carambola”, Francesca Faggella e Monica Stefinlongo. Poi la responsabile Manuela Cerri Goen e Cristiana Corrado e diversi altri giornalisti e inviati.

Rosario Pellecchia con Francesca Faggella, Stefano, Gianna e Sara.

La sede nella “città che non dorme mai” assunse maggior rilievo dopo l’11 settembre 2001, a seguito degli attacchi terroristici alle torri gemelle. Gli studi diventarono un punto di riferimento per i notiziari italiani, tanto che il programma di Bruno Vespa e Studio Aperto li usarono come base per i collegamenti.

Dopo quasi due anni, però, il progetto venne chiuso: costi troppo alti (oltre 1 miliardo e mezzo di lire all’anno) e forse poca attenzione mediatica. Il progetto, dopo l’importante lavoro dopo l’attentato, non regalava più le emozioni di prima: <<Quando c’ero io – ha spiegato Marco Biondi – il programma funzionava molto bene, anche se il tutto costava parecchio. Nonostante la sede newyorkese avesse fatto un ottimo servizio i giorni dopo il crollo delle torri gemelle, penso che lo shock di tale accaduto abbia dato una “brutta” botta al progetto. Prima facevamo vivere un sogno, dopo era un dramma>>.

Chiuso “105 New York”, il network milanese di via Turati modificò parzialmente il suo palinsesto serale e notturno riadattandolo con il nuovo contenitore “International Club“, condotto da Fernando Proce.

Lo stesso progetto potrebbe funzionare nel 2020? Questa l’opinione di Marco Biondi: <<Oggi la società è cambiata tanto anche grazie ai social network. Dipende da quanto si riesce a far sognare le persone. Se mi immagino una radiovisione nello studio che avevamo all’epoca in cui si vedeva la città dall’alto, i grattacieli e le strade che si animavano, sarebbe un bel sogno lo stesso. Ma dipende molto dagli sponsor>>.

Sicuramente un’esperienza fantastica per coloro che hanno potuto viverla, non credete? Indubbiamente sarebbe il sogno di molti conduttori.

Un grande grazie a Marco Biondi per la concessione delle foto e per la sua testimonianza.

La vista dagli studi
Un piccolo frame dalla trasmissione di Camila e Marco Mazzoli

Francesco Pinardi

Francesco Pinardi

Conduttore radiofonico, speaker, giornalista e studente di Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Torino. Leggi i miei articoli

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