Radio Rai dice addio all’AM
L’11 settembre si è completato il processo di spegnimento delle frequenze in AM di Radio Rai, iniziato già nel 1999. Difatti nel 2000 e nel 2004 l’emittente del servizio pubblico aveva interrotto le trasmissioni di Radio2 e Radio3 in AM; era rimasta solo Rai Radio1, ricevibile fino a mezzanotte dell’11 Settembre.
Gli ultimi impianti rimasti erano quelli di: Ancona – Montagnolo, Belluno, Cagliari – Decimoputzo, Catania – Coda di Volpe, Foggia, Genova – Portofino, Milano – Siziano, Palermo – Montepellegrino, Pisa – Coltano, Roma – Monte Ciocci, Torino- Volpiano e Venezia – Compalto.
Si conclude quindi, l’era delle radio a transistor e si compie un ulteriore passo in avanti verso la digitalizzazione. Inoltre c’è da considerare che gli impianti in onde medie risultavano essere molto inquinanti e comportavano un notevole consumo di energia, ormai obsoleti e fuori dagli standard consentiti.
Tuttavia non sono mancate le proteste della comunità svolena perchè, come si legge su Repubblica.it, le frequenze in Am della Rai proponevano, sui 981 kHz di Trieste i programmi in lingua slovena, ogni giorno dalle 6:00 fino alle 20:45, la domenica e i festivi dalle 8:00 alle 19:35. La senatrice Tatjana Rojc, infatti, si è appellata al presidente della Commissione di Vigilanza Rai Alberto Barachini e all’amministratore delegato Rai Carlo Fuortes affinchè si trovino soluzioni adeguate e gli utenti sloveni non siano penalizzati.
Un altro problema che potrebbe derivare dalla chiusura dell’AM può essere riscontrato da chi viaggia in auto, questo perchè mentre le frequenze in onde medie erano raggiungibili ovunque, l’FM varia di zona in zona e ciò comporta la perdita del segnale e l’interruzione dell’ascolto. E attualmente il segnale digitale Rai che assicura un’esperienza di ascolto e fruizione eccellente, copre solo il 55% del territorio nazionale ed è quasi assente al Sud.