RDS in TV?

Per Maurizio Costanzo, decano dei giornalisti italiani sul piccolo schermo, intervistato dallo scrittore Simone di Biasio nel saggio “Guardare la radio” (Mimesis; 2016), la radiovisione è “una radio che studia la televisione”. Rispondere alla domanda “Che cos’è la radiovisione?” non è più un passaggio obbligato ma una relazione sintetica per quanto siamo abituati a vedere oltre che a sentire. Ora è necessario passare la mano su un’altra questione e chiedersi: Chi è in radiovisione? O meglio: Chi manca in radiovisione?
La storia della radiofonia attuale dice che i network hanno visto aumentare il numero di ascolti grazie alla trasformazione televisiva. Questo dato è conservato nei bar, ristoranti, autogrill e in altri luoghi che sostituiscono le casse con i monitor in diffusione audiovisiva. La radio del duemila e oltre non è più circoscritta all’ascolto ma ha assunto un importante connotato per gli occhi. Insomma, con la radiovisione impariamo a conoscere il volto e le abitudini dei nostri speaker preferiti.
Ma la notizia che apprendiamo dai colleghi di Spot&Web, ai primi posti d’osservazione il tema trattato è il possibile approdo sul digitale terrestre di RDS. I tempi di trasmissione dovrebbero essere brevi. Sembra infatti che il progetto sia in fase avanzata, pronto per essere accolto dopo l’estate. Le sedi interessate saranno le stesse in possesso dell’emittente: quella di Roma – che per il quarto anno accoglierà anche gli aspiranti speaker di Rds Academy – e di Milano. Com’è prevedibile le due postazioni si passeranno la linea secondo ordine del palinsesto. Se la radiovisione di RDS sarà realtà bisognerà fare i conti con la concorrenza degli altri prodotti già diffusi – RTL 102.5 e la storica Radio Italia –.
In ogni caso la direzione presa è chiara a tutti: non più radio e basta ma radiovisione.
Articolo a cura di Daniele Campanari