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Roberto Sergio al World Radio Day: “eravamo indietro, ora siamo molto avanti”

Roberto Sergio al World Radio Day: “eravamo indietro, ora siamo molto avanti”

Al World Radio Day, lo scorso 13 Febbraio, siamo tornati a parlare di Radio con il direttore di Radio Rai Roberto Sergio. Dal metodo di rilevamento degli ascolti al futuro dell’ascolto digitale, abbiamo toccato alcuni dei temi più discussi in questo momento storico radiofonico.

Partendo dalla domanda apparentemente più banale sullo stato di salute della radio oggi, Sergio ha spiegato che non è affatto così semplice rispondere: “Fino a qualche anno fa i dati di monitoraggio degli ascolti, come sappiamo incompleti, davano la fotografia della situazione. Oggi invece, come ci siamo già detti altre volte, dobbiamo capire cosa intendiamo per radio, se parliamo solo della radio lineare ascoltata solo via etere è un tema. Realizziamo gli ascolti TER, vediamo una platea con numeri stabili e importanti, share che passano fisiologicamente da un editore all’altro per poi magari tornare nella situazione.

Se a questi aggiungiamo l’on-demand, i podcast, i contenuti social, la televisione, gli aggregatori, gli smart speaker allora diciamo che si apre un altro scenario legato alla digitalizzazione e alla convergenza che ha fatto si che la radio uscisse dai suoi confini invadesse altri mezzi e altri hardware e il fatto stesso che ciò sia avvenuto in tempi così veloci, dimostra l’estrema vivacità della radio. È un mezzo antico ma probabilmente uno dei più dinamici che può permettersi di sperimentare nuovi linguaggi e nuovi format che scopriamo avere successo anche in televisione“.

Roberto Sergio al World Radio Day: “trovare delle forme diverse per una misurazione totale degli ascolti”

Eppure rispetto alle ultime chiacchierate con Roberto Sergio in merito, qualcosa si sta muovendo: “Abbiamo sempre detto che le interviste telefoniche soprattutto adesso con le mancate risposte, non sono sufficienti a fotografare l’ascolto della radio. È un panorama in cui tutti noi utilizziamo più device, più piattaforme contemporaneamente. Abbiamo capito che bisogna trovare delle forme diverse e aggiuntive per poter avere una misurazione totale. Dalla rilevazione dei social agli ascolti televisivi. Fino a qualche tempo fa eravamo gli unici a sostenere questa tesi, oggi stiamo lavorando insieme ad altri due gruppi importanti che poi saranno loro a dire chi sono, per trovare delle modalità che ci consentendo di arrivare a una sorta di total audience per arrivare ad avere un ascolto credibile, reale che possa essere utile anche dal punto di vista editoriale. Siamo troppo lontani da un monitoraggio efficace“.

Fatto sta che la Rai non si ferma se pensiamo a tutte le recenti novità come No Name Radio: “Credo che sia il progetto più ambizioso che abbiamo in questo momento – spiega Roberto Sergio rispetto alla giovane emittente appena nata – Anche solo il nome indica la volontà di innovare, di essere diversi. Vogliamo intercettare il pubblico 15-24. Il lavoro è stato complicato perché anche per l’azienda Rai questa cosa è qualcosa di forte e direi però che è stato entusiasmante. Siamo in diretta dal Meta Studio di Via Asiago, gli speaker sono giovanissimi e adesso li stiamo immettendo a partire da Sanremo dove siamo stati in onda. Spero si possa definire presto una storia di successo“.

DAB e IP sono il futuro ma è un tema ostile per chi ha investito

Sulle nuove tecnologie di trasmissioni, DAB e IP, Roberto Sergio ha le idee chiare “Le due piattaforme non sono affatto alternative, si possono completare l’una con l’altra. L’IP è ormai consolidato anche se non è disponibile ovunque. Il DAB è ancora molto indietro ma credo che tutto questo sia realmente il futuro. Credo anche che andare a investire contemporaneamente su tre mezzi diversi di diffusione DAB, IP ed FM è un problema che ci porteremo avanti fin quando non si deciderà di arrivare solo ai due strumenti digitali. Può essere un tema ostile soprattutto per chi ha investito ma prima o poi come tutte le cose il futuro vincerà e avrà la prevalenza nei tempi e nei modi possibili“.

L’intervista si chiude con uno sguardo al passato e uno al futuro: “Eravamo veramente tanto indietro e oggi siamo molto avanti e lo siamo a distanza di un anno dal centenario della prima trasmissione radiofonica che festeggeremo il prossimo anno e questo mi riempie di gioia perché siamo una grande squadra che ha fatto qualcosa di importante oltre che per la radio, per la nostra azienda“.

Adriano Matteo

Adriano Matteo

Tecnico del suono radiofonico, live e broadcast, giornalista iscritto all'albo pubblicisti della Puglia e grande appassionato di radio in tutte le sue sfaccettature. Leggi i miei articoli

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