La Voce dei Leader – Parte II

Quando parliamo di volume vocale, intendiamo l’energia con la quale il suono della voce di un soggetto investe le membrane timpaniche di uno o più ascoltatori. Attenzione a non confondere il volume della voce che si misura in decibel con la frequenza della voce, cioè con quanto la voce è acuta o grave, e si misura in Hz. Dal discorso volume esula totalmente anche il timbro, che può essere definito come il sapore, il colore, la fibra del suono, ciò che, in parole semplici, ci fa distinguere una chitarra da un clacson.
Ha senso parlare di volume in un’epoca in cui ormai vi è grande diffusione di strumenti tecnologici in grado di amplificare a piacimento anche il più flebile suono? La risposta è si. In primo luogo perché non si ha sempre un impianto di amplificazione al seguito, e comunque un leader usa la voce anche in circostanze in cui non vi sono questi strumenti, parlando, ad esempio, ad un gruppo ristretto di persone.
Il criterio da seguire è che il volume della voce di un leader, cioè di una persona che guida altre persone, deve essere sempre sostenuto (per saperne di più leggete anche “Le Caratteristiche della Voce dei Grandi Leader“). Ciò non significa urlato, affatto! Significa che deve essere più alto delle persone che interloquiscono con il leader in questione. Esiste un confine da non solcare tra voce sostenuta ed urlata. Esiste una soglia da non oltrepassare; la voce non deve essere tanto alta da infastidire od anche soltanto intimidire l’ascoltatore. È vero che la sicurezza si manifesta attraverso una voce dal timbro pieno e dal volume sostenuto; per apparire sicuri però non basta soltanto “parlare più forte”. D’altra parte è impensabile convincere qualcuno usando una voce flebile o bisbigliata.
Il leader si distingue per la sua voce salda e decisa, priva di esitazioni. Questo sottile discernimento tra volume semplicemente più forte e voce piena va fatto adoperando un minimo di sensibilità ed osservando i segnali non verbali provenienti dagli ascoltatori, dalla mimica facciale, ad esempio, che non deve mostrare segni di fastidio. A proposito di fastidio, se si parla a volume sostenuto è opportuno tenersi ad una adeguata distanza da chi ascolta. È importante anche assicurarsi che il proprio alito non sia sgradevole.
Per quanto concerne il microfono, la capacità di gestione di quest’oggetto non è immediata. Diremo per semplificare che va orientato verso la bocca (a qualcuno sembrerà scontato, lo so!), non verso il naso o gli occhi . Alcuni lo tengono troppo lontano, altri quasi lo ingoiano… Esistono vari tipi di microfoni (e gli amici speaker lo sanno bene); in ogni caso è conveniente tenerli a 5 – 10 cm dalla bocca, dipende anche da come sono regolati gli impianti di amplificazione. In ogni caso si stia alla larga dagli altoparlanti, per evitare sgradevoli sibili. E’ sempre bene fare delle prove prima (non picchiate sul povero microfono, rischiate di romperlo!); basta provare a parlare, inizialmente piano, per testarlo.
Attraverso specifici esercizi di vocal coaching è possibile gestire il volume, come anche le altre caratteristiche vocali della quale abbiamo parlato ne “Le Caratteristiche della Voce dei Grandi Leader” e della quale parleremo ne “La Voce dei Leader – Parte III”.
Articolo a cura di Giuseppe Urzì